Il pensiero filosofico ha organizzato i propri centri e le proprie periferie, i propri linguaggi maggiori e minori, il proprio canone e le proprie eterodossie. Siamo in un momento in cui il periferico sta diventando un prodotto e il dimenticato una merce di tendenza. Questo ci fa dimenticare che il gesto radicale del pensiero è quello di decentrare il centro per svuotarlo di potere. Quali sono le strategie per un’azione del genere oggi?
Marina Garcés (Barcellona, 1973) è filosofa e dopo 15 anni come professore di filosofia all’Università di Saragozza, è attualmente professore all’Università Aperta della Catalogna (UOC) dove dirige il Master in filosofia per le sfide contemporanee e il gruppo di ricerca MUSSOL.È autrice dei libri En las prisiones de lo posible (Bellaterra, 2002), Un mundo común (Bellaterra, 2013), Filosofía inacabada (Galaxia Gutenberg, 2015), Fuera de clase, Textos de filosofía de guerrilla (Arcadia, 2016 ), L’impegno (CCCB, 2013) e, recentemente, Humanities in transition (CCCB, 2017) e Nueva Ilustración radical (Anagrama, 2017), saggio premiato con il premio Ciutat de Barcelona nella categoria Essay, Social Sciences and Humanities in 2017 e tradotto in diverse lingue. I suoi ultimi libri sono Escuela de aprendices (Galaxia Gutenberg 2020), che sviluppa uno sguardo sull’educazione, l’apprendimento e l’immaginazione e Malas compañías (Galaxia Gutenberg, 2022).Il pensiero è la dichiarazione di un impegno per la vita come problema comune. Per questo Marina Garcés ha fatto della sua filosofia una pratica di sperimentazione collettiva, attraverso diversi progetti, come Espai en Blanc e collaborazioni con istituzioni e scuole locali e internazionali.
Introduce Cristina Guarnieri.
Evento organizzato in collaborazione con Castelvecchi.