In dialogo con Alessandro Romanini
Definendosi un artisti-attivista per i diritti femminili, il suo lavoro fotografico si situa all’incrocio fra i parametri linguistici della body art /performance e dell’impiego espressivo del mezzo fotografico. In particolare, ha iniziato recuperando in vecchi archivi fotografici, foto di acconciature femminili del periodo precoloniale. Come è noto le elaborate acconciature delle donne africane (ivoriane in particolare), rappresentano un linguaggio non verbale, da cui si può evincere classe sociale, etnia, religione, stato civile, cultura e lavoro. I capelli sono per l’artista elemento identitario e strumento di rivendicazione della black beauty, che (soprattutto negli Stati Uniti ma anche in Africa) è divenuto elemento di discriminazione. L’educazione delle giovani ivoriane è costellate da castighi soprattutto legati all’abbigliamento e ai capelli…tagliati corti…legati e stirati…anche per questo Laetitia ha scelto questa particolare forma di espressione. Negli Stati Uniti hanno promulgato nel 2019 il Crown Act, legge che vieta discriminazioni basata sull’aspetto dei capelli naturali nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nei servizi pubblici ..approvata in 18 stati a cominciare dalla California. Laetitia Ky realizza anche dipinti a olio e sculture che trattano le stesse tematiche. L’artista racconterà la sua esperienza biografica e artistica in Costa d’Avorio e le sue molteplici attività su scala globale. In tandem cercheremo di evidenziare come le forme espressive scelte dall’artista, “ibride” e multidisciplinari, raccontino anche l’evoluzione e le metamorfosi dell’arte contemporanea africana, dal 1989, dalla famosa mostra “Magiciens de la terre” al Centre George Pompidou, che presentò per la prima volta gli artisti africani a fianco di quelli occidentali – che aprì anche un acceso dibattito sulle dinamiche curatoriali – e attraverso l’attività di importanti curatori, saggisti e intellettuali come Okwui Enwezor e Simon Njami (La Revue Noire) alle conseguenze della diaspora fino ai nostri giorni. Ma soprattutto vorremmo evidenziare il rapporto fra la periferia dell’universo artistico e mediatico periferico – Abidjan – Côte d’Ivoire – Africa Ovest – in cui l’artista è nata e ha sviluppato una sua poetica, la sua forma di attivismo e allo stesso tempo le relazioni con i vari centri nevralgici del panorama artistico-culturale mondiali in cui Laetitia Ky si trova a lavorare.
Laetitia KY è una giovane artista e attivista ivoriana nata nel 1996 ad Abidjan. Ha seguito un’istruzione ordinaria nella stessa città in cui è cresciuta e ha conseguito il diploma di maturità letteraria all’età di 16 anni nel 2012. Dopo il diploma di maturità è stata accettata presso l’Istituto Politecnico Nazionale Felix Houphouët Boigny per gli studi in commercio e amministrazione. Ciclo di 3 anni. Dopo il terzo anno e il tirocinio di fine studi, si rende conto che la vita aziendale con i suoi codici e la sua monotonia non è quella che fa per lei. Nel 2015 decide quindi di non proseguire su questa strada, e di dedicarsi invece alle sue passioni, l’Arte e la moda. Innamorata della cultura africana, la sua personale ricerca sull’argomento le ha fatto scoprire un’Africa dall’estetica impressionante, stimolante, originale in tutto e per tutto, soprattutto a livello di capelli. I tagli di capelli delle donne africane in epoca precoloniale, espressivi e inusuali, hanno subito catturato la sua attenzione e creato in lei un click. Avendo una naturale facilità nella pratica del parrucchiere, questa scoperta è stata una fonte infinita di ispirazione e l’inizio di tutto. Si rende conto che i capelli, al di là dell’aspetto estetico, possono rappresentare un mezzo espressivo e un forte segno identitario. In questo momento l’acconciatura diventa un suo portavoce. Le sculture di capelli che crea sulle sue lunghe trecce, e successivamente le fotografie, trasmettono un messaggio di amor proprio, uguaglianza di genere, accettazione delle differenze, tolleranza. Ogni scultura trasmette individualmente un messaggio particolare ma l’idea generale alla base di tutte le opere, oltre a rappresentare la bellezza e l’estetica nera, è quella di incoraggiare gli altri ad assumere se stessi senza paura e senza ritegno per poter prosperare. Usa anche la sua arte per difendere i diritti delle donne in tutto il mondo.
La sua popolarità aumenta gradualmente ma conosce un boom quando una delle sue serie di foto diventa virale. La serie presentava i suoi capelli scolpiti a forma di mani ed è condivisa sul Web globale da riviste e media di tutto il mondo. È la prima vincitrice della sezione influencer del famoso concorso di look per modelle Elite. Si interessa anche di cinema e lì ha debuttato nel 2019 interpretando il ruolo della “regina” in “La notte dei re” di Philippe Lacôte. Il suo secondo progetto al cinema nel 2021 è “DISCO BOY” di Giacomo Abbruzzese dove interpreta il ruolo di MANUELLA/UDOKA. Oltre al cinema e ai parrucchieri, la moda, la pittura e la creazione di contenuti sono attività in cui si impegna. È autrice del libro “LOVE AND JUSTICE”, un viaggio di empowerment, attivismo e abbraccio della bellezza nera in cui condivide la sua esperienza personale e fotografie artistiche dei suoi capelli.