Eccentrico è, alla lettera, ciò che si situa fuori o lontano dal centro oppure, in senso comparativo tra più enti geometrici, quel che non abbia il medesimo centro degli altri; in senso figurato, è ciò o chi abbia comportamenti bizzarri, stravaganti, lontani dai modi comuni. Essere eccentrico implica perciò un’inversione geometrica e simbolica delle gerarchie, l’appartenenza a ordini gravitazionali ulteriori rispetto a quelli consueti, e, al contempo, comporta una qualche difformità o anomalia, un discostarsi dalla norma o dalle attese. Questa condizione può essere motivo di stigma, esclusione e rimozione. Oppure, può innescare lo sprigionarsi di prospettive peculiari e avanzate, capaci di proporre nuovi ‘ricentramenti’ di valori e significati. È quello che accade al progetto di paesaggio contemporaneo, quando sappia riconsiderare la posizione del proprio centro, proponendo oscillazioni deliberatamente eccentriche tra naturale e artificiale, umano e non umano, autoriale e condiviso, rassicurante e scabroso, effimero e perdurante, performativo e prestazionale.
Annalisa Metta è professoressa associata in Architettura del Paesaggio all’Università Roma Tre. La sua ricerca si rivolge ad approfondimenti teorico-critici ed esperienze applicate sul progetto degli spazi aperti. Nel 2016-2017 è stata l’Italian Fellow in Landscape Architecture presso l’American Academy di Roma e oggi ne è advisor. Tra i libri, Wild and the City. Landscape Architecture for Lush Urbanism (2019, con M.L. Olivetti), Southward. When Rome will have gone to Tunis (2018, con J. Berger), Anna e Lawrence Halprin. Paesaggi e coreografie del quotidiano (2015, con B. Di Donato). È tra i fondatori di Osa architettura e paesaggio.